
Mucosite perimplantare
Mucosite perimplantare: come diagnosticarla?
La mucosite perimplantare può essere diagnosticata mediante esame clinico con cateterismo perimplantare e mediante radiografie. I sintomi principali di questa patologia sono: arrossamento, gonfiore, cambiamenti nella struttura dei tessuti e sanguinamento; spesso può essere confusa con la perimplantite. La differenza tra mucosite e perimplantite è che la prima non causa però la perdita ossea.
La mucosite perimplantare, all’inizio, come nella gengivite, causa la formazione di un trasudato quasi acellulare che si evolve in un essudato sieroso, presentando una grande quantità di leucociti. Successivamente, si può riscontrare un arrossamento della mucosa perimplantare. L’arrossamento che si può verificare è causato da: un aumento delle dimensioni e del numero di vasi sanguigni nel tessuto sottoepiteliale e da una perdita di cheratinizzazione. La mucosa perimplantare, infine presenta gonfiori ed alterazione della sua consistenza dovute alla perdita di tessuto connettivo fibroso e dalla presenza di essudato.
La mucosite perimplantare, allo stadio iniziale della sua infiammazione presenta sintomi generalmente molto lievi e poco dolorosi, portando spesso il paziente o lo specialista stesso a sottovalutarli. Per evitare che la mucosite perimplantare raggiunga un livello di gravità alto, è necessario che venga prestata molta attenzione durante l’esame clinico.
La mucosite perimplantare si caratterizza per un sintomo riscontrato abbastanza comunemente: il sanguinamento al sondaggio. La presenza di tale sintomo, non sempre è indicativo di patologia, però la sua assenza rassicura sulla stabilità dei tessuti perimplantari. La posizione apice-coronale dell'impianto determinerà in gran parte la profondità di sondaggio iniziale. Se per motivi estetici, l'impianto viene lasciato più interrato, la profondità di sondaggio può essere maggiore dei normali 3-4 mm. Così, se la profondità del sondaggio è superiore o uguale ai 5 mm è un importante fattore di rischio. Questo favorisce la crescita e lo sviluppo di putativi patogeni. Monitorare la profondità del sondaggio dopo il posizionamento della protesi deve far parte dei controlli periodici dell'impianto.
Infine, e soprattutto in presenza di una profondità di sondaggio pari o superiore ai 5 mm, è indispensabile eseguire radiografie. Solo così si può diagnosticare la differenza tra perimplantite e mucosite perimplantare, in modo da escludere la perdita ossea perimplantare, tipica della perimplantite.
Negli ultimi anni c'è stato un crescente interesse per l'identificazione e la quantificazione dei marker di infiammazione (IL-6, -8, -10 e -12) come metodo diagnostico e di valutazione del rischio per le malattie perimplantari. In generale, è stato dimostrato un aumento di alcune interleuchine nella malattia perimplantare, ma è controverso il loro effetto sul fluido crevicolare e la loro influenza sullo sviluppo della malattia.
Mucosite perimplantare: tutte le cause
La mucosite perimplantare ha una fattore eziologico primario: placca batterica. Anche una serie di altri fattori possono favorire lo sviluppo di quest’infiammazione: la scarsa igiene orale, l'esistenza di protesi che rendono difficile l'igiene, l'assenza di gengiva cheratinizzata o patologie sistemiche incontrollate. Dal punto di vista microbiologico, le malattie perimplantari sono caratterizzate da una flora mista e variabile, generalmente dominata da batteri anaerobici Gram-negativi. La differenza tra mucosite e perimplantite è davvero minima. Alcune pubblicazioni hanno rilevato un aumento della conta di Capnocytophaga ochracca negli impianti con mucosite rispetto agli impianti con perimplantite. Questa differenza minima spiegherebbe che nella maggior parte dei casi la mucosite perimplantare, spesso progredisce gradualmente nella perimplantite.
Mucosite perimplantare: cura e trattamento.
La mucosite perimplantare per essere trattata nel migliore dei modi deve essere diagnosticata in maniera tempestiva, ecco perché è necessaria un’adeguata prevenzione e la correzione dei principali fattori di rischio. Pertanto, prima del posizionamento degli impianti è di vitale importanza effettuare il trattamento parodontale dei denti rimanenti e raggiungere un adeguato livello di igiene orale. Anche il design della protesi gioca un ruolo importante nella prevenzione di questa patologia. Il posizionamento dell’impianto deve permettere una perfetta igiene orale, evitando quindi zone non accessibili all’igiene. Se vengono effettuati restauri completi come le protesi ibride metallo-resina, il paziente deve essere istruito su come eseguire l'igiene orale.
La mucosite perimplantare, una volta accertata, deve essere trattata in maniera conservativa e non chirurgica. Gli obiettivi principali della cura dovrebbero essere: la decontaminazione del solco perimplantare, la superficie del moncone e il collo dell'impianto. Successivamente, è necessario identificare e correggere i fattori di rischio che predispongono alla comparsa della suddetta infiammazione.
Lo sbrigliamento meccanico con le curette non è sufficiente per ottenere la risoluzione completa della mucosite perimplantare. Pertanto, lo sbrigliamento potrebbe essere combinato con trattamenti locali, come la somministrazione di antisettici, antibiotici, spray alla glicina o l'uso del laser Er: YAG11.
Mucosite perimplantare: alcuni consigli per evitarla
La mucosite perimplantare può essere evitata, o comunque trattata con anticipo, facendo in modo che non raggiunga stadi irreversibili. E’ fondamentale la prevenzione: la mucosite perimplantare può essere evitata se il paziente dopo l’installazione dell’impianto viene preparato e istruito sul miglioramento dell’igiene e sul controllo delle malattie sistemiche. Altro aspetto fondamentale è il monitoraggio attraverso visite di controllo regolari, esami clinici, sondaggi e raggi X.
Dopo l'installazione di un impianto rivolgiti al tuo dentista di fiducia, la prevenzione è fondamentale!
